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Il manubrio mtb ha subito nel corso del tempo un’evoluzione importante, passando da modelli stretti e dritti con un unico diametro a modelli molto differenziati per forma, angolazioni costruttive, spessore e diametro.
In base alla disciplina praticata è possibile trovare modelli appositi, come il manubrio mtb enduro o quello per downhill, che presentano caratteristiche tecniche differenti a seconda delle peculiarità dell’attività.
La larghezza del manubrio mtb si ottiene calcolando la distanza che intercorre tra i suoi due estremi. Se un tempo la larghezza era pari a 550mm, attualmente i modelli di manubrio mtb presentano misure molto maggiori, che vanno dai 640mm fino agli 800mm (questi ultimi per le discipline discesistiche). Si è assistito a un incremento della larghezza principalmente per motivi di efficienza: un manubrio più largo assicura una migliore leva, ottenuta dalla moltiplicazione tra la forza impressa e la lunghezza del braccio. Maggiore sarà la lunghezza del tubo e minore sarà la forza necessaria per effettuare la medesima sterzata: ciò renderà lo sterzo e quindi anche il manubrio più sensibile e reattivo ai comandi.
Date queste considerazioni, è facile capire perché le discipline discesistiche utilizzano un manubrio mtb più largo: le alte velocità, i tratti tecnici e i continui e rapidi cambi di direzione richiedono infatti precisione nelle sterzate e un ottimo controllo del mezzo.
Solitamente a un aumento della larghezza del manubrio mtb corrisponde una riduzione della lunghezza dello stem.
Contestualmente alla larghezza è variato anche il diametro d’attacco del manubrio mtb, ossia la misura del diametro esterno della parte centrale del manubrio a cui viene fissato lo stem. Col passare degli anni si è passati da misure di 22-25mm alle attuali da 31.8mm ideali per cross country e all mountain e da 35mm, perfette per le discipline gravity.
La causa di tale variazione è da attribuire alle continue sollecitazioni tipo flessioni o trazioni a cui è sottoposto il manubrio mtb, che potrebbero portarlo a una rottura per fatica. Un aumento del diametro porta a due benefici: maggiore resistenza agli sforzi e riduzione dello spessore.
Il rise è una misura che indica il “sollevamento” tra l’asse del manubrio sull’attacco e le manopole, in termini più semplici misura l’altezza delle manopole – e quindi delle mani – rispetto all’attacco manubrio. Questa misura solitamente è positiva o comunque uguale a zero, mai negativa.
In base al rise, abbiamo tre tipi di manubrio mtb:
1. Flat: max 10mm di rise (le mani sono praticamente allo stesso livello dell’attacco).
2. Low riser: 11-30mm.
3. Riser: più di 30mm.
Il rise influenza considerevolmente la posizione in sella e l’angolo della schiena del biker.
Sollevamenti maggiori, come il manubrio di tipo riser, assicurano una posizione del busto più eretta con un minore sbilanciamento in avanti e un conseguente miglioramento del baricentro, che rendono i manubri con queste caratteristiche perfetti per le discipline più discesistiche.
Sollevamenti più lievi come nei modelli flat portano invece il busto in avanti facendo così scaricare il peso sull’anteriore, che assicura una maggiore presa della ruota al terreno, necessaria soprattutto durante le salite ripide.
Gli angoli di un manubrio mtb si riferiscono all’inclinazione della sua estremità cilindrica e assumono una notevole importanza dal momento che influenzano la postura, il controllo del mezzo e quindi anche il confort.
Un angolo positivo o upsweep corrisponde ad un’inclinazione verso l’alto delle estremità del manubrio mtb, ha un valore compreso tra 0 e 9° e il suo compito principale è quello di far tenere al biker i gomiti aperti così da sfruttare al massimo l’escursione delle braccia.
Il backsweep è invece un angolo negativo che comporta un arretramento delle estremità del manubrio. Anche nel backsweep l’inclinazione è compresa tra 0 e 9° ma le sue finalità sono differenti: un’inclinazione negativa permette infatti di far assumere una posizione più naturale del polso, giovando sia alla comodità di utilizzo che alla precisione nella sterzata. Il backsweep inoltre permette di aumentare l’apertura delle braccia con un conseguente ampliamento del torace, che a sua volta migliora la respirazione.
Pertanto, una giusta combinazione tra upsweep e backsweep è capace di incidere profondamente sul rendimento in bicicletta e sulla comodità del manubrio mtb, elementi fondamentali soprattutto per chi pratica mtb in modo agonistico.
In base alla disciplina praticata o che si vorrebbe iniziare a praticare, occorrerà scegliere il manubrio mtb con le giuste caratteristiche.
I manubri per cross country e marathon tendono ad adottare larghezze più contenute – solitamente comprese tra i 550 e 640mm – e rise flat o low.
In questo caso occorre avere un maggiore controllo dello sterzo, soprattutto nei tratti più accidentati, per questo motivo aumentano le larghezze (640-720mm) e il rise (principalmente low rise, ma alcuni preferiscono le altezze maggiori assicurate dal riser).
Anche in questo caso il manubrio deve assicurare un ottimo controllo del mezzo, perciò vengono utilizzate soprattutto larghezze da 720-750mm se non addirittura 780mm. Con riguardo al rise del manubrio mtb, troviamo solo il modello riser.
Il downhill richiede ancora più controllo e precisione di sterzata rispetto all’enduro, tant’è che le mtb downhill utilizzano i manubri più larghi, con dimensioni comprese tra 780 e 800mm e con rise molto elevati (troviamo infatti esclusivamente manubri riser), che assicurano una maggiore inclinazione del busto in avanti e quindi un migliore controllo della bici sulla discesa.
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