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Per chi si sposta in città con la bici e ci tiene a non vedersi rubato il proprio mezzo, gli antifurti bicicletta rappresentano la soluzione ideale contro i ladri di bici. Anche se non esiste una catena antifurto che non possa essere scassinata, bisogna però dire che ci sono alcuni modelli che rendono difficoltoso riuscirci.
Quando si stanno valutando i vari modelli di antifurti bicicletta, occorre riconoscere e valutare attentamente tutti i fattori che ne influenzano la scelta.
Resistenza al taglio. Solitamente i lucchetti bici vengono rotti mediante l’utilizzo di tronchesi manuali, seghetti per il metallo, tenaglie e nei casi più estremi tramite lime. Perché gli antifurti bicicletta siano validi, devono poter resistere all’azione combinata di taglio e schiacciamento del materiale. L’acciaio utilizzato nelle catene antifurto solitamente viene sottoposto a trattamenti termici per aumentarne la resistenza, suddivisa in 4 classi che vanno da 0 a 3: la classe di resistenza 0 è la meno resistente, mentre la classe 3 è la più resistente, capace di sopportare la pressione esercitata da tronchesi con un braccio a leva lungo 120 cm. Le specifiche tecniche dovrebbero indicare anche la resistenza al taglio (espressa in N/mm2 o Kg/cm2) e la lega metallica utilizzata. Per scegliere il modello più idoneo alle proprie esigenze bisogna chiedersi se si lascia spesso la bici in luoghi isolati e se si vuole che la catena antifurto sia resistente ai vari strumenti di taglio e scassinamento presenti sul mercato.
Leggerezza. Più una catena è leggera meno è resistente: l’acciaio è un metallo comunque pesante, quindi se la catena pesa poco, vuol dire che le maglie o il cavo di acciaio sono troppo sottili, rendendo così l’antifurto per bici facilmente preda dei delinquenti. Anche un eccessivo peso può essere un problema, perché significa trasportare un peso morto ad ogni pedalata.Quando si sceglie la catena, bisogna quindi tenere conto delle conseguenze del peso dell’antifurto sul modo in cui si utilizza la bici.
Scoraggiare i furti. Se una catena antifurto per bici appare solida e indistruttibile, dissuade i malintenzionati dal tentativo di rubare il mezzo. Anche in questo caso, più l’antifurto per bici appare vistoso e massiccio, più risulterà ingombrante e pesante. Se si lascia la bici in luoghi generalmente affollati, una catena normale sarà più che sufficiente; se invece viene solitamente parcheggiata in zone isolate e nascoste, conviene munirsi di una catena imponente e robusta.
Ingombro minimo. A meno che non lo si voglia legare al telaio o al manubrio della bici, l’antifurto deve essere il meno ingombrante possibile, così da poterlo riporre facilmente in una tasca dello zaino o del giubbotto.
Lunghezza. Una catena antifurto bici deve essere abbastanza lunga da poter fissare il mezzo a un oggetto inamovibile di diametro variabile. Per intenderci, un cavo di 30cm sarà capace di ancorare il telaio o la ruota (ma non entrambi) a un palo stradale o a una transenna. Ciò implica la possibilità che venga rubata o soltanto la ruota (nel caso di ancoraggio al telaio) o l’intero mezzo fatta salva la ruota legata. Sembra assurdo, ma capita più spesso di quanto si possa credere. Una buona catena deve quindi essere capace di ancorare sia la ruota che il telaio a un oggetto fisso di diametro variabile. Solitamente, 1 metro di lunghezza è più che sufficiente.
Facilità d'uso. Sistemare un lucchetto bici deve essere intuitivo e immediato, non deve farci perdere tempo soprattutto se facciamo commissioni e dobbiamo legarla spesso. Se quindi i nostri spostamenti in città implicano continue fermate, sarebbe preferibile scegliere un antifurto per bici facile da posizionare.
Costo. Alla fin fine, di tutti i fattori da considerare, il costo dell’antifurto bici è quello decisivo. Alcuni stabiliscono che il budget da destinare dovrebbe corrispondere al 10% del valore della bici. Noi crediamo che questo calcolo sia impreciso, perché per una bici pagata 50€ ad esempio, una catena da 5€ non garantirebbe una protezione sufficiente. Come sempre, bisogna considerare una serie di fattori, quali il legame affettivo, il valore della bici, l’uso che se ne fa (se per gli spostamenti cittadini casa-lavoro o nel weekend per hobby) e dove solitamente si parcheggia (luoghi isolati o affollati, parcheggi pubblici o privati).
Ci sono vari modelli di antifurto bici, che si differenziano per l’ingombro, il peso e la praticità d’uso. Vediamoli tutti.
Il cavo d’acciaio è l’antifurto bici classico. Si compone di filamenti di acciaio intrecciati a spirale e da due asole alle estremità in cui far passare il lucchetto. Il diametro e la lunghezza del cavo possono variare, garantendo gradi diversi di resistenza ai tagli. Maggiori sono le dimensioni, maggiore sarà il peso e l’ingombro dell’antifurto e minore sarà la sua flessibilità.
Il bloccadisco è un antifurto bici composto da un corpo robusto in acciaio temperato con una serratura a chiave, che permette di aprire o chiudere un nottolino cilindrico. Il nottolino, grazie al suo diametro ridotto, viene applicato ai fori dei rotori dei freni a disco, impedendo così alla ruota di girare.
Dal momento che viene applicato al freno, questo dispositivo da solo non basta a proteggere la bici; richiede infatti una catena ulteriore per poter assicurare protezione alla bici.
L’antifurto bici con combinazione è composto solitamente da un cavo metallico spiralato e rivestito in plastica che si chiude con un lucchetto a combinazione. Rispetto a un lucchetto con chiave, quello a combinazione risulta essere più fragile e più facile da scassinare. Va bene per le soste brevi in luoghi affollati; per tutti gli altri frangenti potrebbe essere inadatto.
L’antifurto bici con chiusura a chiave utilizza lo stesso cavo di quello a combinazione. Si differenzia per il tipo di chiusura utilizzata (a chiave appunto) e per la lunghezza, solitamente maggiore. Anche in questo caso, ne è consigliato l’utilizzo per le brevi soste.
Il catenaccio è la classica catena per bicicletta composta da anelli in acciaio, solitamente rivestita da una guaina di plastica per prevenire eventuali ossidazioni, che si chiude alle rispettive estremità grazie a un lucchetto.
Anche se gli anelli di acciaio sembrano robusti, un paio di tronchesi è in grado di aprirli. Per questo motivo, se si usa un catenaccio bici, consigliamo di tenerlo sospeso da terra, in modo da evitare agli scassinatori di usare il terreno come base d’appoggio per un braccio del tronchese.
Il catenaccio con maglie quadre è più robusto di quello classico: gli anelli di questa catena per bicicletta sono quadri e solitamente sono ricoperti da una fodera di tessuto; il lucchetto bici è solido e compatto e ha una serratura composta da almeno due nottolini.
Queste catene sono molto resistenti al taglio e scoraggiano i ladri per via delle loro dimensioni (molto vistose e ingombranti). Date queste caratteristiche, il catenaccio a maglie quadre è molto pesante e ingombrante, ma assicura un’adeguata protezione del mezzo in qualunque circostanza.
L’u-lock, o bloster, è un antifurto bici che si contraddistingue per l’inconfondibile forma a U (o a ferro di cavallo) dell’archetto e per il corpetto in acciaio azionabile da una chiave.
Stando a quanto dichiarano i produttori, questo antifurto ha un diametro dell’arco talmente spesso che può essere aperto solo con il cannello acetilenico o con la mola a disco, le tronchesi invece non riuscirebbero a romperlo. L’u-lock presenta tuttavia dei difetti: consente di chiudere solo una ruota; è molto ingombrante e scomodo da trasportare; se presenta uno spazio vuoto può essere rotto applicando una forte leva.
Tutto sommato però garantisce una buona protezione dai furti e, se si ha a disposizione una borsa in cui tenerlo durante il tragitto, potrebbe rappresentare la soluzione più adatta.
L’antifurto a pitone assomiglia a un catenaccio, ma la sua struttura è composta da corpi cilindrici al cui interno passa un cavo intrecciato e da una guaina di plastica che ne assicurano nel complesso una buona dose di robustezza e flessibilità. La catena si chiude tramite un’apposita serratura simile a quelle dei quadri elettrici, pertanto rispetto agli altri modelli questo antifurto bici risulta essere più difficile da scassinare.
Le dimensioni e il peso rendono l’antifurto a pitone un accessorio scomodo, difficile da ripiegare e molto ingombrante; caratteristiche che mal si prestano per un utilizzo costante della bici. Rappresenta tuttavia una delle soluzioni migliori per chi desidera lasciare la bici ferma per lunghi periodi di tempo.
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